sei tornato, amore mio
Racconto di Nunzio Cocivera
"Una
rosa bianca, amore mio, l'ho comprata per te. Sai, Pasquale, sono passati 50
lunghi anni dal giorno in cui, in quel campo di frumento, ci promettemmo amore e
ci sfiorammo il corpo con carezze audaci; poi io fermai la tua mano, ti negai il
mio corpo che fremeva più del tuo; eravamo giovani, forti e belli, innamorati
come due colombi.
Tu eri splendido con la divisa da carabiniere e ti sei fatto ammirare da tutti;
scendendo in paese le mie amiche ti guardavano con ammirazione, piacevi a tutte
sai!
Ma eri mio, il mio amore segreto.
Poi arrivò l'addio, dovevi partire per Roma, per far carriera, per noi, per te,
per la tua famiglia, con la promessa però che saresti tornato per sposarmi, che
avresti riempito di rose bianche la nostra Chiesa e che mi avresti preso per la
vita davanti a Dio.
Oh povero giovane amore mio!
Ci siamo dati un bacio titubanti, poi quell'addio straziante tra le lacrime e i
nodi in gola."
Due grossi lacrimoni scendono sulle gote rugate dagli anni della signora
Carmela, per un attimo non riesce a proseguire, si soffia il naso, si asciuga
gli occhi, quegli occhi azzurri sbiaditi dagli anni.
"Anche quel giorno sai piangevo e tu mi dicesti: "No, amore mio, non
voglio che i tuoi occhi di cielo piangano, nei tuoi occhi c'è il cielo di
primavera e vita e gioia!"
Anche allora finiva la primavera e sei partito per non tornare più!
Sei tornato solo ora, dopo 50 lunghi anni, sei stato lontano da me ed io ormai
sono vecchia; se le lacrime lasciassero il segno dovrei avere due solchi sul
viso, tanto ti ho pianto, forse anche più di tua madre, povera donna, seduta
sotto il pergolato; ricordo che piangeva quando mi raccontò che eri prigioniero
in Grecia ed io piansi con lei, mi strinse a sé, forse capì, poi mi disse:
vedrai che tornerà, ci sono tante persone che lo amano e che pregano per lui!
Oh Pasquale, ho odiato la guerra che ci separò e tutte le guerre che da quel
1940 separarono altri come noi; tua madre e tuo padre morirono di dolore quando
quel lontano giorno arrivò la notizia che purtroppo il soldato Pasquale Sottile
era morto in Germania in un campo di concentramento.
Io, sai, volevo morire con te; salii su quel muro del mulino, guardai giù il
torrente, scendeva un filo d'acqua, ma vigliaccamente scesi e tornai in lacrime
a casa; passarono gli anni e sposai Filippo, povero Filippo, ebbe il mio corpo
ma non ebbe mai il mio cuore; lo ingannai perché il mio cuore fu solo tuo, lo
ingannai vigliaccamente, non so se lo capì mai che non l'amavo.
Ma ora sei tornato amore mio, la tua bara coperta dal tricolore è stata
consegnata ai tuoi fratelli, anche i tuoi genitori sono ormai morti ed io ho
portato un garofano a Filippo, mentre questa rosa bianca è per te, mio unico
amore, sognato, negato..."
La signora Carmela si asciuga le lacrime e piano piano barcollante torna verso
casa col suo amore segreto.
Il cielo è cupo sopra di lei, tuoni e fulmini si avvicinano minacciando
tempesta, mentre dentro di lei si dibatte un uragano di ricordi e dolori ancora
più forte della pioggia che verrà.